Per anni il vino è stato una presenza discreta e costante nella storia della nostra famiglia, una passione che ho sempre apprezzato e di cui ho goduto di riflesso, grazie all’intraprendenza e alla tenacia di persone a me molto vicine.
Bianco Mimosa e Vernaccia di Pietrafitta sono nomi noti in grado di richiamare subito profumi e sapori ben precisi, ma nel mio caso vanno oltre, evocano paesaggi, ricordi di anni passati…affetti.
Il Bianco Mimosa rappresenta un’idea coraggiosa. Mio fratello e sua moglie avevano una tenuta in Piemonte, Colle Manora vicino ad Alessandria, una zona dominata dal Barbera ma dove, con l’aiuto del loro brillante enologo, tra altri vitigni tipici del luogo erano riusciti a inserire un vitigno aromatico come il Viognier.
La Vernaccia, invece, era quanto di più tradizionale si potesse immaginare: un vino toscano antichissimo e molto in linea con la personalità di mio suocero, che ne produceva di una qualità straordinaria nelle sue terre di San Gimignano, la “Vernaccia di Pietrafitta”.
Le tenute passarono poi di proprietà ma, mio marito ed io scoprimmo che era difficile accettare di staccarsi da quell’attività che sapeva anche di storia, tradizione e convivialità. Talmente difficile che anni dopo nessuno dei due ebbe la minima esitazione a rituffarsi nella stessa avventura…e galeotta fu la Toscana.